L’oceano sa di poveracce, quantomeno nella zona del
porticciolo: l’odore è lo stesso che c’è allo squero di Rimini, quell’inconfondibile
mix di cime piene di salsedine e nafta (dicasi ‘cima’la corda di un'imbarcazione). Dicevano che quassù l’acqua è freddissima ma non è mica vero: ho
fatto 3-4 tuffi ed è esattamente come a Rimini a giugno, solo più pulita. Cambiano solo
i pensieri perché, seppur vicino alla riva, quando sguazzi in queste acque non puoi non pensare a questo http://www.youtube.com/watch?v=UPEHygqoKZU
Fino ad ora l’unico inconveniente dell'oceano è il
fondale pieno di sassi tondi e lisci, che a fatica ti fanno stare in piedi. Non
che facciano male, ma rendono la camminata un percorso ad ostacoli. Si conferma la sensazione che ho avuto qualche giorno fa: qui non esiste la salsedine, quantomeno non come da noi e anche l'acqua dell'oceano è molto meno salata di quella dell'Adriatico; se ti va negli occhi non brucia per niente e sembra quasi di stare in piscina. Quando si cammina su questa sabbia sembra di camminare sullo zucchero di canna, ha la sua stessa consistenza e colore. A riva ci
sono carapaci di animali che sembrano arrivare da un altro tempo, come se l’oceano
fosse una porta spazio-temporale sul Paleozoico: in spiaggia ci sono esoscheletri
di quelli che probabilmente sono granchi, ma che sembrano in tutto e per tutto
delle trilobiti di era preistorica.
La spiaggia è come quella di Fiorenzuola di Focara, stretta
ma più lunga, e all’ombra del faro di Edgartown. Ecco, qui c’è l’incontro che ti
fa capire come il mondo non è piccolo ma è microscopico. Si parla del più e del
meno con la guardiana del faro di Egartown, che si occupa anche di quello
della vicina cittadina di Aquinnah, quando spunta uno che al sentire nominare la
parola “Rimini” s’intromette nella discussione, dicendo che lui viene da
Toronto e che recentemente è stato dalle nostre parti per partecipare alla Nove
Colli. Qui a Martha’s Vineyard sto tizio va in giro con la maglia con su
scritto Hotel Belvedere di Riccione…