Lo sport nazionale serve per capire le budella di un paese. Il
baseball, la conquista della casa base, cuscinetto dopo cuscinetto, come il
football americano, centimetro dopo centimetro, è la lotta per prendersi le
terre dell’Ovest che questo popolo ha fatto alla fine dell’Ottoccento (e in
Italia siamo così difensivisti perchè siamo
un popolo che è stato invaso da tutti, sempre in trincea a proteggere i propri
confini come Cannavaro). Volevo capire le budella di Martha’s Vineyard anche
attraverso lo sport, ma qui sembrano solo correre tutti. E quindi? Quindi mi
metto a guardare i volti e in un’isola così scarsamente popolata per centimetro
quadrato il maggior assembramento di gente è allo Stop & Shop, Fermati e
Compra, la Coop de noantri, che fortunatamente è di fronte a casa nostra. C’è
da dire che gli amerigani mangiano solo per buttare roba dentro allo stomaco,
fanno la spesa solo una volta a settimana e dunque caricano i carrelli in
maniera spropositata. Guardare nel carrello della spesa di un amerigano è peggio
che vedere un film splatter. Io mi fido solo della Barilla. Una volta che ho
azzardato un sugo non barilliano l’ho sputato dopo due secondi: vallo ad
immaginare che gli amerigani nel sugo ci mettono quintalate di zucchero.
Comunque i primi volti che mi hanno colpito allo Stop &
Shop sono quelli appesi ad un muretto vicino alle casse, fotografati con la
bandiera americana in posa da reduci del Vietnam. Sono quelli che lavoravano lì
e sono passati a miglior vita, intendo che sono morti, non che hanno cambiato
lavoro. Alle casse sono sempre in due, uno che fa i conti e l’altro che
imbusta: nessuno supera i 20 anni. Mi sono chiesto perché, poi mi sono voltato
verso la gente che c’era dietro di me e mi sono ricordato dei carrelli
stracolmi. Talmente stracolmi che serve un addetto per imbustare la roba. Far
la spesa in Italia è anche fermarsi a chiacchierare due secondi con chi si
conosce, ma qui no. Sono focalizzati sull’obiettivo e così l’amerigano in cerca
del marshmallow sembra Terminator in cerca di Sarah Connor, non si fermerà
finché non raggiungerà il suo scopo. Lo vedi con gli occhi fissi, individua la
preda, si dirige lì con il suo carrello in modalità spazzaneve e prende la roba
che deve prendere. Missione compiuta, avanti col prossimo obiettivo. Al di
fuori dello Stop & Shop tutti ti salutano, dentro, a meno venti gradi,
diventano tutti predatori.
La caratteristica dello Stop & Shop è che se il cassiere
o la cassiera sbaglia a fare il conto, la spesa non la paghi. Ci vuole dell’abilità
nell’individuare lo sbaglio in uno scontrino lungo chilometri districandosi tra
sconti e offerte, ma c’è chi ci riesce e ne ha fatta una vera professione, come
uno che ci ha spiegato quante volte riesca a farla franca. Per me sceglie
appositamente i conti complicati per indurre allo sbaglio e uscirne sempre con
la spesa gratis.
Io non ho speranze, entro allo Stop & Shop per prendere
solo un sugo, come possono sbagliarsi? E infatti non si sbagliano mai. Davanti
allo Stop & Shop vedo uno sui settantanni che sembra chiamare l’autobus e
invece fa l’autostop. E’ la prima volta che vedo uno di quell’età fare l’autostop.
Io sono troppo vecchio per farlo, prendo l’autobus va.