sabato 21 luglio 2012

Oggi siamo tornati ad Oak Bluffs per il torneo di caccia agli squali

che accalca sul molo centinaia e centinaia di persone per vedere issati i pescecani su di un trespolo che sembra una ghigliottina. Nelle settimane scorse, come penso tutti gli anni, sono fioccate le polemiche su questo torneo e c’erano sul molo tre o quattro cartelli di protesta su questo divertimento legato all’uccisione di un animale: in acqua c’era uno, avrà avuto 60 anni, con la barba lunga bianca tipo Gandalf che vogava una canoa di protesta, credo fosse un hippy originale, proprio di quei tempi là. Tutt’attorno invece sembrava Montecarlo durante il Gran Premio di Formula Uno: avete presente tutte quelle imbarcazioni stralusso con sopra gente di stralusso che si guarda distratta le corse dalle barche sfoggiando tutto lo sfoggiabile? Ecco, così. Tutti con il loro Energy drink a portata di mano, i vestiti eleganti etc… etc… etc… insomma nulla che possa attirare la mia attenzione, che normalmente si disattiva quando vede una massa di gente tutta uguale, tutta con la stessa pettinatura ,tutta con la stessa massa e pure con la stessa intonazione nel parlare (qui negli Usa si parla solo ad una tonalità, non sembrano avere picchi o variazioni, non hanno una parlata musicale per niente). C’è veramente qualcosa di inquietante nel vedere questa massa di gente che si comporta tutta alla stessa maniera, sembrano tutti usciti da una fabbrica di plastica, tranne un tizio che sembrava quello della Bistefani che fa Babbo Natale e che prima di venire al molo dipingeva sotto il suo portico, e un altro che portava il berretto da reduce del Vietnam.

Oh, arriva la prima barca con lo squalo! Lo speaker biascica qualcosa che non capisco, la folla ulula, passano l’argano a bordo e tirano su la bestiaccia sul trespolo che sembra una ghigliottina, per la pesa. E’ uno squalo volpe: quand’ero alto così e non sapevo ancora leggere mi imparavo tutto sugli squali e sui dinosauri e dunque sono un esperto in materia, ma uno squalo volpe lo riconosce chiunque, è quello con la coda lunghissima. Sale alla pesa e l’equipaggio ulula alle libbre che escono fuori, si scolano l’ennesima birra della giornata e danno credito alle loro magliette che c’hanno la scritta “Ubriaco n°1”, “Ubriaco n°2”, “Ubriaco n°3”, “Ubriaco n°4”. Arriva una seconda barca, ancora la folla ulula, ancora l’argano, un altro squalo volpe, più piccolo del precedente e dunque mi dispiace equipaggio, sarà per un'altra volta perché per ora è in vantaggio la barca degli ubriachi. Ne arriva una terza, questa volta tira su uno squalo mako, testa più appuntita, file di denti affilati come lame distribuite a caso come i bastoncini dello shangai. Anche la quarta ha un mako e poi basta, ce ne andiamo. Nessuno squalo bianco, il vero mostro dei mari che qui mi sa non prendono da una vita perché leggendo il tabellone dei risultati è tutto un mix di squali volpe, mako e magari qualche smeriglio. E allora forse il nome del torneo, Monster Shark Tournament, è l’ennesima americanata, perché qui di mostri non se ne vedono. Ma credo anche che uno squalo di 4 metri sia normale se lo vedi steso su un molo, ma se te lo ritrovi in acqua è molto ma molto ma molto più grande. Gnam.

Sul molo di Oak Bluffs mentre attendo le barche con gli squali. Sono in leggerissimo anticipo